Si amplia il Fondo De Mauro

Il compleanno del linguista quest’anno si celebra con un regalo speciale: una parte della sua collezione di testi dialettali fino a poco fa conservati nel suo studio presso l’università La Sapienza dove ha insegnato a partire dagli anni ’70, vanno ad aggiungersi al patrimonio librario del Fondo De Mauro già conservato a Torino nei locali della Fondazione CRT in via Arsenale che ne ha anche reso possibile la digitalizzazione. 

 

Il 31 marzo, giorno del compleanno di uno dei maggiori linguisti italiani del nostro secolo, Tullio De Mauro, il Fondo da lui inaugurato, e gestito oggi dalla Rete italiana di cultura popolare dentro un appartamento di proprietà della Fondazione CRT, ha accolto i libri custoditi fino a qualche settimana fa alla Sapienza di Roma, dove De Mauro ha iniziato a insegnare a metà Anni ‘70.  Il lascito ha avuto due momenti: uno precedente alla scomparsa del professore nel 2017 e un altro, ritardato dalla pandemia, nelle settimane scorse.

Così si è ricongiunta una collezione frutto di anni di studio e ricerca. Alla donazione di Tullio de Mauro ha fatto seguito quella del linguista Alberto Sobrero. Entrambi i lasciti sono stati mossi da un intento comune, quello di mettere le opere dialettali a disposizione di un pubblico vasto, più ampio rispetto a quello accademico, e di alimentare così interesse e passione per tutte le produzioni culturali del nostro Paese.

Ai 3.400 testi sui dialetti e le lingue di minoranza già conservati nella sede di via Arsenale a Torino, ora dunque si aggiungono altri 1000 tomi, tra cui l’atlante storico-linguistico etnografico friulano, il dizionario abruzzese e Molisano di Ernesto Giammarco, le antologie delle poesie in dialetto romagnolo, il dizionario dei cognomi e soprannomi in Calabria di Gerhard Rohlfs, il vocabolario italiano- sardo – e sardo -italiano di Giovanni Spano, il Rimario diaconico dell’Orlando Furioso di Cesare Segre, e tanti altri. A Torino nasce così una delle più grandi raccolte di testi in dialetto e lingue minori esistenti nel Paese.

Mio marito – spiega Silvana Ferreri – decise anni fa di trasferire e affidare alla Rete Italiana di Cultura popolare i tanti libri di casa sui dialetti e le lingue di minoranza messi insieme in anni di lavoro e interesse verso le produzioni nelle lingue locali. A ciò lo spinse il desiderio di allargare la platea dei possibili fruitori a un pubblico di studiosi e anche di cultori dei tanti idiomi che risiedono sul nostro territorio. Soleva dire: se questi libri rimangono a casa nostra, può goderne al massimo qualche dottorando o qualche studente, oltre a noi due; ma se vanno a Torino e alla Rete potranno servire a più persone“.

Per il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia: “L’intervento della Fondazione CRT al fianco, da sempre, della Rete Italiana di Cultura Popolare ha innescato un vero e proprio meccanismo virtuoso di condivisione della memoria, consentendo oggi l’ampliamento del Fondo De Mauro: questo straordinario patrimonio culturale ha sede negli spazi di via Arsenale a Torino messi a disposizione dalla Fondazione CRT, che ha reso possibile la digitalizzazione del Fondo per la consultazione gratuita anche online” .

La sociologa Chiara Saraceno, presidente della Rete italiana di cultura popolare, ricorda: “Secondo Tullio De Mauro gli italiani sono stati a lungo e in parte sono ancora oggi multilingue, nel senso che parlavano e parlano sia i loro dialetti che l’italiano. Per alcuni il dialetto era, ed è tutt’ora, la lingua principale con cui dar forma a pensieri e sentimenti”. Ecco che, prosegue la sociologa, anche la produzione letteraria dialettale ha un grande rilievo culturale: “Da eccezionale e curioso linguista quale era, Tullio l’ha studiata raccogliendo un patrimonio librario di grande valore culturale che noi della Rete Italiana oggi siamo riusciti a radunare qui tra queste mura in via Arsenale a Torino. Queste pagine, tutte insieme, costituiscono uno straordinario ritratto dell’Italia nella sua varietà linguistica e culturale. Sono testimonianza di una ricchezza espressiva che fa parte della nostra storia e che non è stata cancellata dal diffondersi dell’italiano come lingua comune, una diffusione che è stata favorita proprio dall’esistenza di questo multilinguismo dialettale e dalla necessità di comprendersi al di là delle differenze linguistiche”.

Antonio Damasco, direttore della Rete, ricorda: “A questo punto a Torino si realizza uno dei luoghi più ricchi di letteratura dialettale e di lingue di minoranza del nostro Paese. Ci sembra bello che proprio nel giorno del compleanno di Tullio De Mauro si possano aprire i faldoni del professore arrivati da Roma più i preziosi Dizionari”.

 

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Tullio De Mauro all'inaugurazione del suo Fondo